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      Il Bichi e l'Arsoli, ammirando trasecolati come così virtuoso uomo di guerra si mostrasse di côlta, accesi di nobile emulazione, non consentirono parere da meno del valorosissimo commessario: - appoggiarono pertanto le scale e con incredibile ardore si avventuravano a quella aerea battaglia: molti caddero andando a sfracellarsi le ossa sul terreno; i muri della rôcca in più parti grondarono sangue: nondimanco l'ebbe a patti. Il capitano spagnuolo preposto alla difesa di San Miniato sotto buona scorta mandò prigione a Firenze(221). In tutti questi affronti la fortuna aveva riparato il Ferruccio come di scudo invisibile; - non un colpo, non una graffiatura l'offese; parve l'uomo di Dio. L'onore delle donne, le sostanze dei cittadini rimasero intatti; modo di guerra nuovo a' quei tempi, nei quali piacque ai soldati la vittoria solo perchè fruttava la preda. Se i Fiorentini alla fama di tante imprese avventurosamente condotte a fine si rallegrassero, non è a dire; il Ferruccio lodavano, il suo nome volava per le bocche di tutti, ai più illustri capitani dell'antichità lo paragonavano, i partigiani del Frate lui essere il promesso, lui Gedeone dicevano. La vita della Repubblica di Firenze, la libertà dell'universa Italia era posta nel palpito del cuore del Ferruccio.
      Certa sera due uomini vennero a cercarlo in Empoli; il primo gli recò una carta dei Dieci, ch'ei lesse attentamente e poi nascose in seno; col secondo, il quale aveva sembianza di esploratore, si ridusse in disparte a favellare sommesso, e dopo lungo colloquio ordinò al Bichi, all'Arsoli, a Niccolò di Morea detto Musacchino, e a Vico stessero pronti a mettersi in cammino due ore prima del giorno; andassero a riposarsi per mostrarsi alla dimane gagliardi; egli provvide a far mettere su le carra copia di grani, vini, e buona quantità di salnitro; vigilò al carico, esaminò se fossero le stanghe e le ruote salde, ebbe riguardo a tutto; finalmente, eseguita la consueta sua ronda, piegò il suo mantello e, postoselo sotto il capo a guisa di guanciale, si stese a giacere sul nudo terreno.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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