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      .. no... voi non me lo avete ricondotto dinanzi agli occhi per vederlo morire.
      Oh! io mi sento pieno di vita; - temeva tu avessi, o Lena, cessato di amarmi; - insalutata io ti lasciava e sola,.. Tu dunque mi ami?..
      Se tu non fossi stato capace di preferire all'amore della donna l'amore della patria, Annalena non ti avrebbe mai amato... e da me ti allontanavi costretto...
      Generosa donzella!
      riprese Vico e le strinse la mano con passione; poi continuarono il cammino leggieri e contenti, alternando voci, sguardi e sorrisi, e così intenti nello scambievole amore che stavano per passare, senza pure badarlo, da canto al vecchio padre di Lena, il quale si era mosso loro incontro, se questi non gli avesse richiamati dicendo:
      Figli miei, ricordatevi che i miei anni mi rendono tardo, - io non posso mica tenere dietro ai vostri passi...
      O padre mio, siete voi? Io non me n'ero accorta...
      Ah!
      soggiunse il vecchio sospirando, "la femmina abbandonerà il padre e la madre per seguitare il suo amante... tu già mi dimentichi, figlia mia... allora ditemi requie, chè la mia giornata è finita."
      Padre mio, non mi parlate così; - vedete, noi ci affrettavamo alla volta di voi, - senza di voi non saremo lieti.
      E la fanciulla carezzevole gli si abbandonava sopra di un braccio. Vico lo sosteneva dall'altro, e così andando tante care cose egli gli disse che la fronte del vecchio ridivenne serena, una goccia di sangue giovanile gl'imporporò le guance, mutò più celeri i passi, ed ora volgendosi a Vico, ora all'Annalena, li guardava, rideva, motteggiava festoso; ponendo il piede su la soglia di casa, si fregò le mani, contemplò il cielo e in questo modo espresse la interna sua contentezza:


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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