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      L'animale che in prato pascola o in bosco non ti percuote mai di ribrezzo, come la mandra degli uomini seduta intorno alla mensa, dove, spento il naturale desiderio di cibo e di bevanda, attende a divorare per istupidirsi, a bevere per inebbriarsi. La pił parte dei commensali di Malatesta erano ridotti in questo miserabile stato, - con gli occhi rilucenti e smarriti; dipinti in volto di un colore che sembra composto d'ira, di feccia di vino e di sangue; - i muscoli tumidi e avviluppati per entro un vapore denso uscito dai cibi, dall'alitare, dal trasudare dei corpi e dalla polvere, - l'aureola del baccanale; - e secondo quello che bene osserva uno scrittore, alla fisionomia degli inebbriati col perdere della ragione venendo meno la somiglianza umana, ti sarebbe parso vedere un convito di fiere. Chi moveva al vicino una domanda e, senza attendere risposta, tre o quattro ne replicava; chi senza essere interrogato rispondeva; - alcuno, immaginando favellare alla brigata che lo ascoltasse, narrava i suoi viaggi, gli amori e le avventure a cui niuno poneva mente; - l'altro, mugghiando con un bicchiere nel pugno, Messeri, gridava, messeri! - e subito dopo barcollando cadeva, e il vino rovesciandosegli per la faccia e pel seno, singhiozzando aggiungeva: Ahi sono morto! mi hanno assassinato! - e tutti dintorno esclamavano tra scomposti sghignazzamenti: Lo hanno assassinato!
      Fu veduto uno dei Corsini, reso per troppo bere come di pietra, di repente prorompere, percuotere col pugno un vaso di cristallo, mandarlo in minutissime scheggie, ferirsi in pił parti la mano, e con quanta lena gli poteva la gola si pose a gridare: "Viva Fiorenza!


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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