Pagina (618/1163)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - viva la Repubblica, o morte!" Poi la destra accostandosi alla fronte, parve che in cotesto sforzo avesse sudato sangue.
      Nel tumulto mosso da quel grido uno degli Orlandini, scoprendo l'animo suo con tanto studio fino a quel punto celato, rispondeva:
      Non importa alternare la scelta tra repubblica e morte; avremo ambedue: almeno co' Medici non ci mancava pane.
      E i traffici andavamo meglio. - Nè i balzelli erano tanti. - E poichè abbiamo creato un re, potremmo ancora accomodarci di un duca...
      Chi re?
      Cristo abbiamo eletto re.
      Con venti fave contro. A patto che i Medici vadano subito in paradiso, io darò la fava bianca per farle principi.
      Il Corsini, - quel desso del pugno percosso sul cristallo, - levandosi in piedi col volto insanguinato, - le membra gigantesche componendo in atto di lanciare una pietra nell'alto:
      Io non vo' principi; ho dato contro Cristo la fava nera nel 29, e non vo' principi. Sapete voi Cristo che è? - Cristo è un proverbio.
      Comunque da tempi remotissimi tra gli acuti cervelli fiorentini non mancassero speculatori arditi di contemplare il mondo vedovo di Dio, siccome ci racconta il Boccaccio, descrivendoci Guido Cavalcanti poeta sorpreso da Betto Brunelleschi tra gli avelli di Santa Croce a meditare che Dio non fusse, pur tante profonde radici aveva poste nel comune degli uomini la fede che valse cotesto grido a vincere la potenza dei liquori, sospendere il trambusto e far sì che il vicino, si appigliando pauroso al braccio del vicino, susurrasse devotamente: Domine, aiutaci!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Repubblica Orlandini Medici Medici Corsini Cristo Cristo Dio Boccaccio Guido Cavalcanti Betto Brunelleschi Santa Croce Dio Domine