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      Tosto che vi furono giunti, il Bandino, volgendo intorno a sè gli occhi esterrefatti, domandò:
      Dove mi salvo?
      Nelle mie braccia.
      Le tue braccia!
      rispose Giovanni impazientito. "Ma sai tu chi m'insegue? Le tue braccia cadrebbero tagliate come arbusti sotto il pennato del potatore; - nascondimi nei luoghi più riposti della casa, se non vuoi che il vento mattutino agiti domani il mio corpo sospeso per la gola alle finestre del bargello."
      E trattanto s'intende rumore di chi va e di chi viene, uno schiamazzo confuso di voci sempre crescenti; onde Maria, bianca di paura, senza potere articolare parola, lo tolse per mano e lo condusse dietro l'altare. Il Bandino, lasciandosi condurre, mormorava:
      Grave delitto deve essere tradire la patria, dacchè mi sconvolge l'anima tanta insolita paura!...
      Il rumore a mano a mano si allontana; s'illanguidiscono le voci; già non si ode più nulla. - Allora Maria, di cui la vita fino a quel punto era rimasta sospesa o piuttosto trasfusa nella facoltà dell'udito, tornò alla volta del Bandini e disse:
      Esci, - è passato il pericolo; - però tu non hai capello senza una stilla di angoscia; - le tue labbra sono inaridite, - le fauci secche; - vieni, - bevi, - rinfrescati il sangue. - Ora riposati, - calma l'anelito tremendo: - il cuore ti palpita, come se stesse per iscoppiare; - posa il tuo capo qui su questo origliere; - dormi, se puoi, - io veglierò per te....
      E Giovanni Bandini, rifinito dalla fatica e dalle veementi sensazioni, si abbandonò sopra un lettuccio, come voglioso di dormire.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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