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      e, preso il foglio, parla sommesso al Bandino: "Or via affrettati, se vuoi salvarti la vita...."
      Alla porta a San Miniato Ludovico, tratto in disparte il capitano, ch'era dei suoi amici, gli dette la parola, e di leggieri ottenne che, levata la saracinesca, lasciasse passare il Bandini, il quale gli fece intendere essere un suo fante che si recava segretamente a certe sue possessioni per cavare danaro colà sotterrato, per impiegarlo in benefizio della città. Ludovico accompagnò dieci passi forse il Bandino fuori della porta; - quivi fermatosi parlò:
      Noi non possiamo fare altro cammino insieme. Rasentate le mura a sinistra, - studiate il passo e sarete salvo. - Domani manderò la sfida e chiederò il campo a messere lo principe... badate di non ricusarla....
      Tale e così insopportabile obbligo ho teco per avere salvata la mia vita, che in nessun altra maniera potrei sdebitamene, se non che togliendoti la tua. Il mio odio diventò, pel tuo benefizio, immortale. Apparecchiati a morire.... Addio.
     
     
     
      NOTE
     
      (a) "Leggesi scritto da Elinando che nel contado d'Universa fu un povero uomo il quale era buono, e che temeva iddio, et era carbonaio, e di quell'arte si vivea. E avendo accesa la fossa de carboni una volta e stando la notte in una sua capannetta a guardia dell'accesa fossa, sentì in su l'ora della mezza notte grandi strida. Uscì fuori per vedere che fosse: e vide, venire verso la fossa correndo e stridendo una femmina scapigliata e gnuda: e dietro le venia uno cavaliere in su uno cavallo nero correndo, con uno coltello ignudo in mano: e della bocca e degli occhi e del naso del cavaliere e del cavallo uscia flamma di fuoco ardente.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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