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      Del che per dimostrarvi, non solo con le parole ma cogli effetti vogliamo ciò provarvi; vi si fa intendere che Ludovico di Giovanfrancesco Martelli et Dante di Guido da Castiglione, et si Dante et io che siamo due gentiluomini vogliamo con tre di voi Fiorentini et nobili come di sopra, in tutto ciò provarvi con l'arme in mano, et combattere noi dua con tre di voi a corpo a corpo in campo franco et sicuro, con questo, che la elettione dell'arme et del campo sia nostra; con patti nientedimeno, se fra un'hora di oriuolo corrente, a pura mente da stimarsi costì da detti Signori et valenti uomini di detto campo, non ci acquisterete con l'arme in mano, o non ci caverete di campo fra detto tempo, all'hora s'intenda la giustizia di Dio essere dimostrata, et che tre di voi non habbino potuto superare noi dua, et che voi tre siate nostro prigione, con farvi intendere colle nostre acute armi vedere del sangue vostro la terra tinta speriamo. Vi si dice imperò l'arme da difendersi sarauno queste, il più duoi guanti di maglia per ciascuno, una roella o vero targa, o vero brocchiere o mezza cappa a nostra elettione, intendendosi sempre che a dette armi et cose da difendersi sopradette possiamo lasciarle et pigliarle et aggiungervi in esse quel tanto che a noi parrà. Et l'arme da offendere le vogliamo tacere, per essere tre contro a duoi. Con di più farvi intendere ch'il campo vogliamo sia 90 braccia per lunghezza; et si per larghezza: con poter far una fossa o più che si vegghino, et non cieca, che in modo che ogni picciol ronzino combattendo a cavallo la possa saltare.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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