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      Et il giorno deputato al detto abbattimento serà alli XII del prossimo futuro mese di marzo; et lo campo franco si intenda dalla levata alla calata del sole del detto dì. Et perchè, secondo ne hanno fatto intendere detti Joanni et Bettino, per li loro Cartelli, declarano volere combattere a uno per uno, et non dua per dui; però declaramo per queste nostre, che nel detto dì ci seranno dua campi, in li quali ognuno potrà combattere con il suo inimico divisamente. Et in fede, ne havemo fatte fare le presente firmate di nostra propria mano, et sigillate del nostro solito sigillo. Datum in castris felicissimis Caes. contra Florentiam, die xxi mensis februarij M. D. XXX.
     
      E poichè l'ebbe il segretario munita del suggello, la presentò al principe, che la sottoscrisse del suo nome; ciò fatto, chiamò l'araldo e, graziosamente consegnandogliela, favellò:
      Molto, messere araldo, mi raccomanderete ai signori cavalieri i quali vi hanno mandato a noi, e direte loro che ci sarà mai sempre oltremodo gradita l'occasione in cui potremo compiacere ad alcuna loro richiesta, salvo sempre l'onore e la lealtà che dobbiamo a Sua Maestà l'imperatore.
      In quanto a ciò state sicuro, messer lo principe, perchè noi non sappiamo tentare l'altrui lealtà
      , rispose l'araldo, ed inchinatosi toglieva commiato.
      Filiberto, volgendo in mente la cortesia dei cavalieri antichi, i quali non soffrivano partissero da loro gli araldi senza presentarli di doviziosi guiderdoni, nè d'altronde avanzandogli pure un ducato, se ne stava tutto malinconoso: - declinando gli sguardi siccome avviene allorchè l'anima è contristata, si vide sul petto pendere una ricca medaglia, dono di re; - gli parve troppo; esitò; - e l'avarizia gli disse: tienti la medaglia; - ma l'orgoglio all'improvviso proruppe: meglio vale rimanere sprovveduto di medaglia che di fama la fortuna si vanti di farti povero, non iscortese cavaliere; - sicchè egli, richiamato con gran voce l'araldo, tutto acceso nel volto gli gettò al collo la collana e il medaglione, aggiungendo:


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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