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      Dipoi mossero disputa, se i giudizii di Dio dovessero o no reputarsi argomento valevole a scoprire la verità: e qui non mancarono esempi pro e contra, prove di manifesta provvidenza e d'ingiustizia evidente; ricordarono quell'Ansel ladro degli arredi alla Chiesa di Laon, il quale poichè gli ebbe venduti ad un povero mercadante, lo accusò di furto e sfidatolo a duello lo uccise: citarono l'altro fatto del ciambellano del re di Borgogna, accusato di aver morto un bufalo della foresta del re, e dal popolo, comecchè innocente, messo a morte; non passarono sotto silenzio il caso del cavalier Grigio incolpato a torto dalla moglie del gentiluomo Carrouge e, per confessione di altro cavaliere venuto a morte, scoperto senza misfatto dopo aver perduto la fama e la vita; sicchè dopo molti ragionari il Carduccio concluse che, sebbene Iddio avesse talvolta con segni sensibili dimostrato il suo intervento per isvelare la verità, prudenza insegnava lasciarlo stare quando se ne potesse fare a meno.
      Dante da Castiglione non diceva parole, ma operava. Tra le tante armi, di cui appariva ornata la sala, presi due guanti di ferro e due stocchi insieme col capitano Amicoda Venafro (il quale poco tempo dopo, con biasimo universale, il signoro Stefano Colonna fece, comunque solo, disarmato e ferito, presso la chiesa di San Francesco assalire e con ventisette ferite dategli dalle sue lance spezzate spegnere a ghiado) si esercitava; e questi, come apertissimo nella scherma, gli mostrava il colpo di gettarsi all'improvviso per terra, e la spada nemica lasciatasi passare sul capo, ferire l'avversario nel ventre; gli confidò ancora l'altro stratagemma da adoperarsi a caso perduto, che consisteva ad uscire di parata, e trattosi di repente in disparte, muovere veloce un passo avanti, la spada avversaria afferrare, e spingere la stoccata nella gola del nemico; insomma gli accorgimenti tutti della scuola italiana, la quale, per essersi ai tempi nostri conservata soltanto nel regno di Napoli, ha nome di napolitana.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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