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      E che fa egli Ludovico Martelli? Solingo in disparte passeggia per la vasta sala e per le stanze contigue; a vederlo trapassare dallo spazio illuminato dalla luce pił viva lą dove a mano a mano digradava e finalmente scomparire tra le ombre, si sarebbe pensato avesse voluto penetrare nei regni della morte; e quando uscito all'improvviso dalle tenebre tornava a mostrare la sua pallida faccia, lo avresti detto uno spettro evocato dalla tomba per lo scongiuro dell'incantatore. La sua anima era ingombra di sinistri pensieri. Gli occhi volgendo alle pareti, contemplava le immagini de' suoi maggiori defunti e li vedeva animarsi, e dalle loro labbra udiva suoni che non ben comprendeva, ma che pur gli parevano inviti o preghiere di ripararsi nella pace dell'eternitą; - aveva il sepolcro chiuso ogni affetto di lui; colą egli padre e madre ritroverebbe e parenti; - sotto terra lo aspettava un tesoro, - tesoro di amore perduto nel mondo. A che dunque pił vivere? Qualunque alito comecchč benigno, poteva adesso agitare la cenere, non suscitarla ad ardere; - l'incendio era finito, la sostanza consumata. - Ahimč! La speranza sirena ingannatrice od angiolo consolatore, la quale precorre gli uomini nel sentiero della vita e chiude loro su la testa il sepolcro; la speranza che dopo questo ufficio estremo non gli abbandona ancora, ma postasi a sedere sopra la lapide, come sopra un altare, vi canta un cantico nuovo di risurrezione e di premio; - la speranza gli aveva a mezza via stretta la mano e datogli un bacio di addio, quasi ad amico che, pronto a pelegrinare in lontane regioni, in cuore dubita di mai pił rivedere.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Ludovico Martelli