Pagina (703/1163)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      .. credo in Santa Maria novella... Ahi! madre mia!..."
      O giorno di dolore! o giorno d'ira!
      esclama Dante appoggiando il mento sul pomo della spada; "Ecco, i fratelli uccidono i fratelli, e figli di una stessa terra si lacerano tra loro! - noi bagniamo questo suolo col sangue del parricidio, - e il suolo sconsacrato produce un frutto amaro, - il frutto della schiavitù. - O patria mia ridotta a tale che non sai se devi affliggerti maggiormente delle sconfitte o delle vittorie dei tuoi figliuoli! - miseri noi, cui la morte del nemico tormenta con i rimorsi medesimi del delitto! - la congratulazione pesa come una rampogna; - la fama turba come il chiodo che conficca il nostro nome alla storia quasi a gogna perpetua, - ormai la nostra scelta sia nel vivere codardi o nel vivere iniqui. - O giovanetto! - fossi tu spagnolo, o tedesco; la mia anima si allegrerebbe: - ora ella piange, - ella maledice la sua fortuna, - ella desidera scambiare teco il destino. - O Dante! tu che tanto amasti la patria, qual giudizio ti aspetta in faccia dei posteri! - Tu hai spento un uomo che valeva meglio di te. - E chi ha detto ch'egli sia spento? - Egli se ne mente... egli vive, ed io l'ho conquistato alla patria..." E qui, buttate via manopola e spada, s'inchina palpitante sopra Bertino; - mancandogli pannilini, straccia la sua camicia, tenta arrestare il sangue della ferita, gli fascia con amore la gola, e poi corre a raccogliere lo stocco e la manopola caduti al trapassato, e l'una e l'altro gli adattando alla destra, "Sorgi", continua con voce di comando, "tu non sei morto; - io appena ti vidi, ti amai, - come dunque posso averti ucciso io?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Santa Maria Dante Dante Bertino