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      - Ora non credete voi che la presenza e parole vostre gli apporterebbero altissimo conforto? Io penso che sì, - e forse varrebbe a fargli deporre quella ostinata voglia di morire che tanto lo assale; - venite dunque, madonna, e per voi sia conservato un difensore alla patria, un amico ai suoi amici, a molti infelici un benefattore, i quali da lui in fuori non hanno sostegno altro su questa terra. - In quanto all'onor vostro non dubitatelo vi giuro in fede di gentiluomo che non solo non iscapiterà, ma acquisterà nuovo pregio; imperciocchè, se a voi piaccia, - rimarrà ad ognuno celata la cortesia vostra, o se venisse per accidente a sapersi, fu ed è sempre nobile ufficio di gentildonna sovvenire senza pregiudizio della sua onestà di pietosa aita un cavaliere prestante.
      Messere Castiglione, che cosa mai pretendete da me?
      Nulla, madonna, che a me non paia convenevole al vostro decoro, al giusto consentaneo ed all'onesto; io per me, quando sto in procinto di commettere azione la quale possa essere giudicata diversamente dagli uomini mi pongo una mano sul cuore e mi consiglio da lui; se egli approva, ed io con animo lieto la imprendo, imperciocchè quando l'uomo sta bene con sè, vedrete che gli altri terminano sempre di star bene con lui.
      Non vi sia grave, messere, attendere per brevi momenti
      , interruppe Maria; e lasciato Dante soletto, passò in altre stanze.
      Dante, rimasto senza compagnia, si pone a passeggiare turbato mormorando:
      Ma doveva pure conoscere che non vi sarei riuscito! Io non mi sento acconcio a cosiffatte bisogne; la parola stretta in quattro mura mi manca; dei concetti che penso ad aria aperta non mi riesce aprire la millesima parte dentro una stanza; avrei dovuto affidarne l'incarico a qualcheduno dei miei amici così valenti a ragionare per filo e per segno su la stagione, sul caldo, sul freddo e su tante altre belle cose che pare un incanto; - io non so quali argomenti adoperino, ma, a sentirli dire, e' ti sembra proprio vedere quello che espongono; e se ti vogliono cacciare addosso il furore, tu sbuffi come toro ferito; se piace loro farti piangere, tu piangi.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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