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      Un altro! Oh un altro!... mille altri ancora!
      E con un impeto che sembrava, ed era, rabbioso, forte le avvinghia ambedue le braccia intorno al collo: - la testa della donna tiene strettamente congiunta con la sua; l'una respira l'anima dell'altro. - Ludovico, traendo un gran sospiro, esclama:
      Questo abisso di contentezza supera la mia natura mortale!...
      La donna, immemore, non ardisce abbandonare quella bocca; intanto il suo pensiero volgendo a considerare quanto fedele amatore si fosse costui e qual tesoro di affetti nel suo cuore accogliesse, sente vacillare il suo proponimento di rendersi a Dio; spera le sia rimesso il voto, nella sua mente delibera premiare tanto amorosa costanza: - la concetta durezza le si scioglie, quasi neve tocca dal sole, e giù per le guancie le scorre uno sfogo di dolcissime lacrime. - Allora raddoppiando il delirio dei baci esclama:
      Vico, tu hai vinto Dio.... io ti amo!
      Non risposta, - non moto, - non fremito di fibra: - or come può esser questo? - Ella guarda.
      Ludovico tiene gli occhi dischiusi... ma fissi... ma vitrei: - le labbra aperte, - tese, - scolorate, - fredde.
      Gran Madre di Dio, che avvenne mai?
      Ella tenta svincolarsi; - le braccia di Ludovico la stringono come tanaglie; prorompe in altissime strida, - accorrono... ahimè! ahimè!
      Ludovico è morto e par che seco voglia strascinare nel sepolcro la donna amata.
      Povero Ludovico! Infelice Maria!
     
      Il giorno appresso, in mezzo alla sala del palazzo Martelli, sopra magnifico letto il corpo del defunto Ludovico era esposto alla vista dei popoli.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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