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      O Italia mia, tutte le miserie di Gerusalemme ora tornarono più incomportabili che mai ad aggravarsi sopra di te; - nulla ti manca della città riprovata, tranne il compianto de' suoi profeti.
      A me basta l'animo per essere il tuo profeta.
     
      La miglior patria nel mondo è la groppa di un cavallo che corre
      , ha detto il poeta arabo, e il poeta per questa volta non disse la verità: buono è il cavallo che corre quando la notte ingombra la terra e la necessità ti stringe di passare tramezzo ai nemici che occupano il tuo paese all'intorno.
      Allora, anche quando il corsiero divorasse la via, come nella ballata di Leonora, il cavaliero griderebbe pur sempre: All'ali! all'ali! Allora se volge gli occhi al firmamento, invidia la facoltà che Giob attribuisce al Signore di tenere suggellate le stelle, e maledice la quarta giornata della creazione.
      Vico, Annalena e il padre di lei, affidati a poderosi cavalli, fuggivano traverso la moltitudine dei nemici; ogni speranza di salute ponevano nella velocità.
      E a Vico, oltre quei due capi diletti, importava di porre in salvo cosa da cui forse pendeva la salute della Repubblica; - la commessione dei Dieci al Ferruccio di tentare gli estremi rimedii alla tutela della patria: - egli non aveva potuto consentire di separarsi dal fianco nei pericoli di quella fuga la sua amata Annalena; - malgrado il disagio, la volle seduta in groppa al suo corsiero e con ambedue le braccia stretta intorno alla sua vita. In questo modo correvano e non proferivano parola.
      Dalla rapidità del moto nasce durante il giorno una specie di ebbrezza lieta di fiori, di luce, di cose e di animali: - nella notte, piena d'immagini sinistre e di fantasime spaventose; - e poi l'aria soffiava umida, - investiva le membra un tepore quasi alito di febbre, - il sangue si rimescolava nelle vene a modo di metallo fuso.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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