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      Naldo prese a favellare meco e mi trattiene indietro, narrandomi alcuni fatti d'arme avvenuti tra gli Spagnuoli e i Francesi nel regno ai tempi del gran capitano Consalvo. Tomaso, come vaghezza lo consiglia, precede spronando a precipizio, - tocca il ponte, e il ponte sparisce sotto le zampe del cavallo: - tavole, pietre, cavallo e cavaliere vanno a rifascio sossopra. - Dio lo salvò; - il cavallo si ruppe tra i massi: Tomaso, in più lati ferito, ebbe salva la vita: - quando lo rinvenimmo vivo, Naldo si morse le labbra e ne fece scaturire il vivido sangue; io stetti per piantargli il pugnale nel cuore, ma subito dopo tanto amorosa sollecitudine ostentava, in così angosciosi lamenti irrompeva, ch'io bandii dalla mente il truce sospetto con la prestezza con la quale vi era comparso: - risanò e, appena ebbe alzato il fianco infermo dal letto, chiese di esser tratto nel giardino a respirare l'aria aperta; gli fu impedito quel giorno, pel seguente concesso: - venuto al barco del castello, volle dimorarvi anche dopo il tramonto per rinfrescarsi del vento vespertino; - cominciavano a non bene distinguersi le cose circostanti, quando ad un punto stesso udimmo lo scoppio di un archibuso ed il ronzio di una palla. A Tomaso fu portato via, senz'altra offesa, il tôcco di capo, e la palla oltrepassando sfiorò la pelle delle spalle di madonna Ermellina che in piedi al fianco dello sposo ne sorreggeva la testa; proruppe la donna in un grido e cadde con la faccia sul terreno. Naldo, tratto fuori di sè dall'ira soverchiante, mormorò tra i denti: Ahi! male accorto!


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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