Pagina (756/1163)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Agevol cosa sorprenderli; - ordinammo loro tacessero, pena la vita. Passammo oltre e giungemmo alla sala terrena del maniero; una voce di donna ci percuote; - era Selvaggia che, svelta a forza dalla sua diletta signora, plorava sconsolata e Dio chiamava e gli uomini in soccorso della male arrivata donna. Feci atto di muovermi a cotesta volta, e meco coloro che io aveva condotto. Tomaso si stava, - non ardiva manifestarmi il suo concetto; - io lo compresi e, mutato animo, gli strinsi la mano; - i miei affissi negli occhi di lui e mormorai: Confortatevi, a me penserò dopo; ed egli, lo sguardo e le parole considerasse come il sacrifizio più grave di cui potessi dargli prova, o come rimprovero della passata ingiustizia, diventò rosso e mi tenne dietro coprendosi il volto. Madonna Ermellina erasi ricoverata nella stanza di Tomaso: colà, stretta una spada, come meglio poteva si aiutava. Noi giungemmo allorchè Naldo, smesse le dolci parole, le manifestazioni dell'osceno suo amore e le preghiere, riassumeva l'impeto della feroce natura. Alle minaccie mesceva giuramenti da subbissare il castello; - ormai, diceva, avere aspettato anche troppo; pericoloso l'indugio; lo seguisse per amore, altrimenti lo avrebbe seguito per forza; fin qui essersi astenuto dal sangue; comincerebbe adesso e al sangue aggiungerebbe l'incendio. In chi fidare costei? Il marito lontano, la casa piena di suoi fedeli; temesse che il suo amore ad un tratto per tanta repugnanza non si convertisse in odio... e, - Vieni, accostandosele aggiungeva, vieni; Naldo vale quel tuo stolto Tomaso.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Selvaggia Dio Confortatevi Ermellina Tomaso Naldo Naldo Tomaso