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      - La donna schivandolo rifuggiva nell'angolo opposto della stanza e lo rampognava: - Vorreste voi usarmi violenza? e non temete? - E di che ho a temere io? Nessuno qui può trattenermi. - E Dio? - Egli è troppo buon compagno per impedirmi nelle mie bisogne. - Madonna Ermellina allontanandosi da colui passava traverso la porta dietro la quale noi dimoravamo; Naldo la incalzava ardentissimo. Tomaso si pone improvviso tra la sua donna e lui. Naldo, come percosso sui capo, impallidì, vacillò, gli occhi declinò a terra, poi gli rilevò pieni della malignità dei serpente; ma avendo veduto la stanza ingombra di villani con l'arme, si conobbe spacciato. Tomaso con voce solenne gli disse: Naldo, fate che gli occhi vostri mai più s'incontrino su questa terra co' miei... potete partire. - Mentr'egli si allontanava con l'inferno nell'anima, io lievemente percotendogli la spalla gli susurrai nell'orecchie: Dio non paga il sabato; - ed egli a me: Mal ride chi ultimo non ride, ed io vivo pur sempre. - Di lui non udimmo più novella; - tornò il corso della nostra vita lieto, e se alcuna volta rammentammo i sofferti travagli, ciò fu per meglio rallegrarci delle gioie del tempo presente. Nel bel mese di maggio, quando il prato è verde e l'aria serena, giova rammentare le brume dell'inverno e la tempesta. I servi accommiatati ripresero gli antichi uffici, suonarono di nuovo le volte del castello di canti; giullari e menestrelli lodarono la cortesia del cavaliere e la beltà della dama. Finalmente per colmo di esultanza fu la nostra vita coronata di figliuoli; - voi, Annalena, con altra fanciulla e due giovanetti, formaste l'orgoglio di vostra madre.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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