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      A libertà scomposta successe tirannide sfrenata. I Belforti, congiunti finchè attesero a dominarla, si divisero poi su lo spartire della preda: i deboli ricorrono ai Fiorentini per aiuto. Secondo l'antica natura dei potenti, i Fiorentini sovvengono i deboli contro i vincitori per opprimere entrambi. Volterra, col nome di socia, diventa sottoposta a Firenze. Però, se togli qualche ingiustizia commessa dal popolo fiorentino per necessità della sua politica, se dalla parte dei Volterrani qualche impeto per rivendicarsi nell'antica libertà, tra signore e servo non vedemmo mai concordia più diuturna nè più sicura di questa.
      La maggiore iniquità che avessero a sopportarvi i Volterrani venne da Lorenzo dei Medici il vecchio. Siccome il racconto di questa avventura giova a svelare l'ingegno di un uomo che la fortuna sembra proteggere anche, dopo la morte così che perfino il titolo di onoranza a tutti i cittadini comune muta in attributo singolare della sua magnificenza(257), non mi sarà grave esporla con qualche larghezza.
      Mentre mi dispongo a farlo, mi occorre alla mente un pensiero importuno, ed è questo. L'unico conforto che avanza al magnanimo oltraggiato da' suoi contemporanei consiste nel confidare il proprio nome al futuro e dal sepolcro, dove precipita col cuore rotto, appellare alla fama. E pure anche questa fama diventa ancella della fortuna e dura a celebrare, per inerzia e per costume, morto colui che adulò vivente. Lorenzo dei Medici salutano tuttavia i posteri col nome di Magnifico, lui dicono grande, lui generoso e sapiente.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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