Pagina (783/1163)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      I Sanesi dettero cinque bariglioni di polvere, le artiglierie promisero, non mandarono: onde si volsero ai Genovesi; i quali, desiderando gratificare al pontefice, concessero due cannoni, due colubrine, un mezzo cannone e un sagro, con trecento venti palle di ferro: e perchè nessuno dei popoli italiani mancasse a spegnere il focolare della libertà d'Italia, Luigi da Bivigliano dei Medici, spedito in poste dal marchese del Vasto dopo la prima ributtata dalle mura di Volterra, dette ventiquattro bariglioni di polvere(259).
      I chiusi in cittadella non si restavano; e comecchè avessero piccola artiglieria, giorno e notte indefessamente traevano contro la città: per altra parte cominciavano a patire difetto di vettovaglie; sicchè, mosse parole di accordo, convennero in una tregua di due mesi, a patto che l'uno non dovesse offendere l'altro, i Volterrani pagassero al Tedaldi commessario della cittadella scudi trecento, e giornalmente pel giusto prezzo gli dessero copia di vettovaglie necessarie al bisogno degli assediati. Siccome avviene, firmati appena i patti, l'una parte e l'altra attese a non mantenerli; per la qual cosa indi a breve riassunsero le offese molto più gagliarde di prima, ed alla fine, volendo ad ogni costo il pontefice porre fine alla impresa, ragunato sforzo di gente e di arme, deliberarono venire all'assalto.
      Tale era la condizione della città quando Francesco Ferruccio, ordinandolo i Dieci, abbandonava Empoli per sovvenire alla fortuna pericolante della Repubblica in queste parti del suo dominio.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Sanesi Genovesi Italia Luigi Bivigliano Medici Vasto Volterra Volterrani Tedaldi Francesco Ferruccio Dieci Empoli Repubblica