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      Il Varchi, storico dabbene, il quale, comechè dettasse le sue storie per espresso comando di Cosimo I, osò dire la verità, dichiara al libro undecimo: "Ai Volterrani fu salvata la vita e la roba, alle donne l'onore; il che veggendo i soldati, cominciarono a dolersi pubblicamente di lui... perchè il Ferruccio, parlando loro coll'aiuto dei capitani, fermò il tumulto e promise loro due paghe."
      Il giorno seguente, spuntata appena fu l'alba, mise il Ferruccio tutta la milizia in ordinanza per espugnare quanto rimaneva della terra, e la confortò ad operare animosamente. I Volterrani, perduto l'animo, avviliti per le molte morti, la più parte della terra in potestà del nemico, gl'istigatori già in salvo, mossero parole di accordo, alle quali il Ferruccio rispose si rimettessero in lui liberamente: e poichè i cittadini, avendo avuto avviso che Fabrizio Maramaldo era in via per soccorrere Volterra, cercavano con subdolo consiglio dilazionare la conclusione, Ferruccio impone si risolvessero tra un quarto d'ora, altrimenti riprenderebbe la battaglia: e' fu mestieri accomodarsi a quei patti: i soldati, con le insegne basse e ravvolte su l'aste, erano rimandati, - tutti gli altri trattenuti prigioni. Giovambattista Borghesi, capitano per la parte del papa, innanzi della partita domandò in grazia rivedere il suo fratello morto la sera precedente al bastione di Santo Agostino; glielo contese il Ferruccio acerbissimamente dicendo: "Cotesto tuo affetto perchè? chi non ama la patria non può amare persona; e in quanto al morto, fortuna sua morire così, che ai felloni della propria terra aspetta il capestro.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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