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      Di vero i nemici voglionsi sterminare, non ischernire; ma la plebe matta e la gioventù folle questo o non sa o non vuol sapere; e tale vidi io che di venticinque anni non ardiva afferrare una spada per liberare la patria, prendere ad argomento di scena il Radetzky che vecchio di ottantaquattro e più anni spingeva il cavallo in battaglia per opprimere ventiquattro milioni d'Italiani. Non è anche l'ora di vincere; la vittoria ha da arrivare in compagnia della virtù, o vogliamo dire ferocia nelle armi; però che pei tempi che corrono di altra virtù non abbisogni la Italia.
      Più fiera tempesta sovrasta al Ferruccio. Il marchese Del Vasto viveva malcontento nel campo, dove, non che i primi, i secondi onori gli erano stati negati; agli altri capitani dell'esercito cesareo era come stecco sugli occhi: per la qual cosa avendo domandato di andare a combattere pel contado, gli venne più che volontieri concesso; andò di fatti e insieme con Diego Sermiento capitano dei Bisogni prese Empoli, meglio delle armi sovvenendolo il tradimento dell'Orlandini e la viltà del Giugni; del quale infelicissimo caso favelleremo altrove con larghezza maggiore.
      Venuto il marchese a Volterra, per essersi poco diligentemente accampato di prima giunta presso la Porta Fiorentina, fu subito dall'infaticabile Ferruccio assalito, - ma, accorso al trambusto, spinse il grosso dell'esercito contro ai pochi compagni del nostro capitano e così celere gli si avventò alle spalle, per mozzargli la strada, che se egli era meno veloce a ritirarsi, non ne usciva in quel giorno a salvamento; ond'è, che seco stesso considerando allora quanto lo superasse il nemico di numero, deliberò di non avventurarsi in troppo fortunose imprese, attendendo a condurre ripari di ogni maniera, siccome sono ritirate, fossi larghi e cupi, nel fondo dei quali aveva fatto mettere tavole, con certi aguti da recare certissima morte a chiunque vi fosse precipitato sopra: tutto il suo sforzo consisteva nel ben munire la parte delle mura verso San Giusto, sì perchè gli pareva dal piantarvi che vi aveva fatto i suoi cannoni il marchese volesse batterla da questo lato, sì perchè, essendo quivi copia di terra, riesciva agevole al nemico di alzare le difese.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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