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      Ed in prova che, dove io non fossi, tu saresti un fantastico senza vergogna, ti osservo che, spaziando sempre nel passato e nel futuro, tu non ti risovveresti del tempo presente.
      Ogni uomo venne al mondo col suo patrimonio di ambizione... perchè non dovrei avere ancora io la mia? Per me, vorrei acquistarmi un bel tocco di fama o d'infamia, - insomma essere rammentato, come una eruzione di Vulcano, un terremoto, un diluvio; e malgrado il mio ingegno e la potenza di fare da me, voi, pur troppo io sento, mi divorerete la esecrazione dei posteri. Dio mi ha mandato Malatesta addosso come la ruggine del ferro. Se potessi rivivere fra tre secoli, leggerei sopra i ricordi dei tempi: Malatesta il più astuto... Ah! storico, invece di spendere in inchiostro, comprati elleboro, tu sei pazzo; Malatesta fu il più innocente, il più semplice uomo del mondo.
      Ah! mi farai dormire: Cencio, invecchi e sermoneggi. - Va', muta veste, e studia indagare quali voci corrano per Fiorenza. - Mi viene un pensiero in mente. Vedi questa carta? - È una lettera del Papa. Sai a cui è diretta? - A me. - Indovini dove intendo depositarla? Alla Quarantia. - Ne comprendi la cagione? - No. - Va', va', mio buon Cencio...; col tempo imparerai a tua posta; per ora io ti saluto col nome di novizio nell'arte del tradimento.
      Cencio alzò le spalle e, avviluppatosi entro una cappa spagnuola, si accinse a partire. Malatesta, lo richiamando addietro,
      Guarda
      , gli disse, "che sia bene sbarrata per di dentro la porta, e i Perugini veglino.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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