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      Gli altri passarono; parte di loro notarono Dante, parte no: uno solo si avvisò favellargli, e fu l'Antinori; egli, ostentando maraviglia, lo richiede:
      Che fate voi qui al lato di questo traditore, messer Dante?
      E quel magnanimo senza muovere membro gli risponde:
      Qui sto a confortare un moribondo, perchè non disperi della salute dell'anima sua, e per seco supplicare Dio, affinchè egli sia l'ultimo a tradire questa dolcissima patria.
      Subito dopo si voltò dal lato opposto, come insofferente di più lunghe domande.
     
      Lorenzo Soderini e fra' Vittorio furono condotti alla cappella.
      Il maggior bene che possa farsi ad un frate sta nel non dirne nulla, ed io farò questo bene a fra' Vittorio, - non parlerò di lui. Due furono frati, per quanto io sappia, nel mondo sublimi davvero, e forse tre: - Arnaldo da Brescia e Girolamo Savonarola; e perchè i popoli le costoro ossa non convertissero un giorno in reliquie, i re mitrati del Vaticano gli arsero vivi e ne dispersero le ceneri ai venti; ma coteste ceneri ricaddero per i campi d'Italia e vi diffusero il germe del martirio e della libertà: le ceneri e il sangue ottimi fecondatori sono di libertà, e lo vediamo. Il terzo frate fu Domenico Campanella, il quale per cacciare via i barbari d'Italia intendeva legarsi co' Turchi e si sarebbe confederato col diavolo. Stupende menti e stupendi cuori furono cotesti frati; e noi ci accorgiamo che pur troppo osservarono il voto di serbarsi casti, imperciocchè morissero senza posterità!
      La cappella è angusta; la luce del giorno impedita da tende nere non vi penetra dentro; molti ceri accesi sopra l'altare mandano un chiarore pallido e rendono grave l'aria che vi si respira; due battuti della compagnia del Tempio noti col nome di Neri, incappati e incappucciati, stanno genuflessi davanti l'altare recitando le preghiere dei defunti: ad ogni ora che passi, due nuovi fratelli della medesima compagnia si succedono in cotesto ufficio lugubre.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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