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      Dante da Castiglione sta seduto sopra un lettuccio posto in disparte, le braccia ha incrociate sul petto e tiene il volto dimesso. Lorenzo Soderini anch'egli seduto sopra uno sgabello a piè del lettuccio vi protende abbandonate le braccia, il capo e parte della vita. Un tremito fitto fitto gl'increspa la pelle e gli addrizza la più molle calugine del corpo: dalle tempie livide e cave emana sudore perenne che scendendo giù per le ciglia si confonde su l'angolo degli occhi con le lacrime e le rende più amare.
      Quali pensieri lo attristano?
      Dapprima nessuno: tutto il cervello gli doleva siccome offeso da forte battitura; tentava inutilmente volgere il pensiero a un punto fisso; la fonte sembrava inaridita; si affaticava invano a suscitare la mente percossa da paralisi; - l'anima gli era morta prima del corpo; e sì che tanto breve ora gli avanzava di vita, a tante cose doveva meditare e a tante ancora provvedere... Oh Dio! questa impotenza lo contristava come i sogni sinistri, nei quali ti pare sentirti il ferro dell'assassino nei fianchi e tu non puoi aiutarti con la voce nè con la fuga. Ma di un moto convulso gli venne fatto cambiare positura, ed allora la immaginazione, quasi vento burrascoso nei campi, prorompendo sommosse un turbine di affetti e di memorie. Come baleno per notte profonda illuminando largo tratto di paese rivela allo sguardo pianure e colli e fiumane e alberi e case, obietti in somma infiniti e infinitamente svariati, così la immaginazione ricercò, - rischiarò, - vestì di bellezza i casi più riposti della vita: - sentì di nuovo il Soderini le gioie dell'infanzia, quando è dolce voltolarsi su l'erba verde, e punge cura di aggiungere correndo la farfalla, o desiderio di possedere l'uccello che canta e il pomo che rosseggia sopra i rami dell'albero: seguitarono i piaceri dell'adolescenza, - il primo cane sguinzagliato dietro la fiera, il primo cavallo stretto tra le ginocchia poderose; - e qui cominciava a mescolarsi una immagine di vergine ch'egli desiderava ardentemente, e non ne sapeva la causa, - che lo faceva sospirare, e ne ignorava il perchè; amava il suo riso pel riso, gli occhi per gli occhi; la fiumana del cuore era gonfia e non pertanto scorreva entro i suoi argini.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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