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      All'improvviso pargli vedere per mezzo sentieri ingombri di pantano e di sterpi avanzarsi penosamente una femmina; ella mostra il sembiante disfatto, spessi sospiri le prorompono dal seno, i piedi muove pel fango, le vesti ha sordidate e le membra, e la bufera le sventola dietro le spalle i capelli bianchi, cade la pioggia a rovescio; i nuvoli spinti dal vento scorrono pel cielo e rassembrano i demoni precipitati quando mossero battaglia al trono dell'Eterno. - Quella è sua madre; i suoi passi tendono ad un ampio campo recinto di mura; ella percuote sommesso alla porta: un ente senza forma, e non pertanto terribile, spalanca i cancelli e le domanda che cosa cerchi a quell'ora. - Piano! ella risponde per l'amore... è egli sacrilegio rammentare qui Dio! - Silenzio! - Ebbene, prosegue, per l'amore di Dio, sono una madre che vorrebbe piangere sopra la sua creatura; ella fu scellerata,
      ma io la portai nove mesi nelle mie viscere. - Cercala, riprende la voce; in cotesto spazio di terra, colà da quella parte il campo maladetto accoglie i cadaveri dei figliuoli che uccisero i propri parenti. - Non è qui. - Più in là vi sono i padri che hanno ucciso i figli, le madri che dispersero i loro portati. - Non è là. - Più oltre giacciono i fratricidi. - Nemmeno. - Là in fondo stanno i Giudei che crocifissero Cristo. - Neppure. - Femmina, o chi cerchi dunque? - Altri... altri. - O sciagurata! e allora tu cerchi un traditore della patria? - Piano! io muoio di vergogna..., sì, un traditore. - Io non tengo ricordo di costoro: corre gran tempo che la corda della forca lo ha scaraventato fuori del mondo?


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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