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      Si presentava appena la processione a capo di una contrada che la gente a furia chiudeva le botteghe, le donne forte sbattevano i balconi, ognuno si affrettava a ripararsi altrove, e ciò per la superstizione che se gli occhi del condannato si fossero incontrati nei tuoi, ti portavano malaventura; la quale però, anche nel caso che siffatto incontro fosse avvenuto, poteva di leggieri evitarsi col toccare immediatamente un'altra persona e rigettarla sopra di lei(276). Le strade per cui procedevano, comparivano deserte; sembravano fuggissero tutti dall'aspetto dei traditori.
      I condannati camminavano con passi incerti; frate Rigogolo poi aveva sembianza di ebro. Da una parte il cappuccino, dall'altra un battuto, i quali gli sostenevano sotto le ascelle e di qua e di là ponevano loro davanti gli occhi tavolette con immagini, affinchè non si distraessero dalla preghiera e riposassero gli occhi sopra oggetti dolenti.
      Il cappuccino che confortava Lorenzo gli ripeteva con molto fervore:
      Sperate, sperate, - Dio vi apre le braccia.
      E il Soderini tutto umiliato gli andava rispondendo:
      Io spero...
      Ben altramente camminava la bisogna con frate Franceschi: - a lui pure il frate assistente favellava di paradiso, di perdono, di Cristo che lo aspettava a braccia aperte, di angioli che stavano ad ammanirgli la palma del martirio. Ma frate Rigogolo con un tal suo aggrinzamento di bocca come chi mangia limone, mostrando disdegno, con piccola voce diceva:
      Non mi state mo' a rompere il capo; assai ne ho con questo volermelo levare senza misericordia dalle spalle, perchè voi veniate a metterci la giunta delle vostre parole sceme.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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