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      - Ma Giuda forse non ebbe madre che supplicasse per lui; aspettami, tu l'hai e oltremodo sventurata; io ti raggiungerò ben tosto... non piangere! Mi desidereresti per avventura la vita? In ciò che mancherà al tuo pentimento suppliranno i miei spasimi. La Madre celeste, che anch'ella vide pendere il suo figliuolo dalla croce, conosce a prova un'angoscia che altrimenti non si potrebbe immaginare, ed intercederà per noi. - Ecco siamo giunti."
      Il carnefice si accosta per bendargli gli occhi.
      Il cappuccino, baciandolo, gli ha detto:
      Andate in pace.
      La donna parla di nuovo al carnefice:
      Fosse la tua anima dura quanto la tua accetta, ascolterà nondimeno una preghiera. Sono io la madre che nove mesi l'ho portato, che col mio latte l'ho nudrito; io, che, le intere notti ho vegliato a mitigare le sue doglie infantili, a ventilare l'aria d'intorno alla sua culla, perchè placido dormisse i suoi sonni; - io, che, lui morto, non ho più nulla sopra questa terra; io che, per dimostrargli l'amore immenso che per lui ho sentito e tuttavia sento, mi trovo ridotta a supplicarti, come si fa i santi, che tu... carnefice... assesti bene il colpo... non me lo straziare!... soffra meno che si può... se un rincalzo molle sotto al suo capo può... rendergli il colpo meno penoso, vi porrò le mani... vuoi? Non vuoi. - Ebbene, mi rimarrò. E se la preghiera non giova, prendi... questi sono fiorini... ti basteranno sei mesi a nudrire la tua famiglia... Lorenzo, l'ultimo bacio su questa terra... fra un istante ci rivedremo in cielo.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Giuda Madre