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      - bensì invece: in cotesto fango tu stai da principe, rimantivi e godi. - Almeno il maligno di Ferney nel suo Candido rideva; questi poi favellano come se si fossero accomodati sul tripode della pitonessa.
      Avrei voluto non rammentare nomi, ma non mi riesce tacere del Degerando. Immaginatevi, se vi dà il cuore, costui ridotto nella quiete di stanza riposta davanti un banco elegante, tepide le membra per un bel fuoco, il capo e i piedi coperti di pelli o di seta, senza pure sorridere, dettare le seguenti sentenze: "Il cavatore che, sepolto nelle viscere della terra, del continuo percuote il duro sasso, sembra piuttosto patire un gastigo che esercitare industria; il minatore vede la sua esistenza rianimarsi, una luce più pura di quella del giorno ch'ei contempla lo rischiarerà nel seno delle caverne sotterranee, riprenderà lietamente il grave arnese caduto dalle mani spossate e dirà a sè stesso: Ed io pure adempio alla santa legge imposta dalla natura! E per me pure la vita è preparazione a più alti destini(277)!"
      O Degerando! non andate a tenere questo proposito al minatore; imperciochè s'egli riprenderà il martello caduto dalle mani spossate, sarà per darvelo sul capo: e farà bene. Povero minatore, intendi tu queste belle parole? Degradato alla condizione del bruto, e peggio del bruto, imperciocchè egli almeno goda l'aspetto del cielo e cibi sul prato l'alimento acconcio al suo corpo ed abbia sortito dalla natura una pelle che lo ripara dai rigori del freddo; e tu, infelice minatore, col cervello inselvatichito, con l'agonia della luce, del cibo, della bevanda, di tutte le necessità, ti placherai a siffatti conforti?


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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