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      L'astio, siccome questa perversa passione costuma che tiene della natura del cancro, appena nato gli divorò ogni affetto del cuore, gli inaridì qualunque altro o buono o tristo affetto. Comecchè il truce astio gli ribollisse dentro al cuore ardente e furioso, quivi stette contenuto alcun tempo prima di giungere agli orli estremi: pure vi giunse, e l'alito della coscienza che muore lo soffermò anche alcun poco su questa ultima parte; poi il suo angiolo custode torse altrove la faccia, e l'astio sgorgò, come torrente di veleno, per tutte le vene dell'Antinori, - la sua lingua dardeggiò mortale come quella del serpente, e dalla menzogna, dalla calunnia, dagli altri tutti assassinii della bocca s'incamminò all'assassinio della mano. Alle vecchie cagioni di odio che venni esponendo nel corso della storia un'altra se ne aggiunse e fu questa. Correva in Firenze l'usanza di giuocare nel carnovale al calcio. Le memorie greche, latine e italiane raccolte sopra cotesto giuoco lo affermano di origine antica; la quale cosa credo di leggieri ancor io, perchè, considerando com'egli principalmente consistesse in calci ed in pugni, penso queste essere nati gemelli con le mani e coi piedi, che ogni uomo sa esistere contemporanei al padre Adamo nel mondo. Il conte Giovanni dei Bardi, tra gli accademici della venerabile Accademia della Crusca il Puro Alterato, ce ne lasciava la descrizione scritta in lingua che fa testo per l'acconciatezza delle parole soltanto, perchè in ciò che spetta alla precisione, poco s'intende e a gran pena(283). Costumava farsi simil giuoco sopra la piazza di Santa Croce: si divideva il campo in due parti uguali e si circondava di steccato: i giuocatori, sebbene il suddetto Alterato prescrivesse dovere essere ventisette per parte, trovo nel Varchi che quello di cui mi occorre far parola fu giuocato da venticinque.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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