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      Onde, quando fu deliberato in consiglio qual partito dovesse prendersi sopra di lei, Lionardo Bartolini, repubblicano avventato, non senza riprensione dei più tepidi, disse: "Quando t'imbatti nella vipera ècci forse partito altro diverso da quello di correrle tosto sopra e di romperla co' piedi? Io per me sostengo che la si abbia a mettere spenzoloni da un merlo delle mura contro le prime archibusate del nemico." - Non pertanto vinse il più mansueto consiglio, e per tôrre via gli scandali mandarono di queto messere Salvestro Aldobrandini affinchè quinci la rimuovesse e nel monastero di Santa Lucia la traslocasse.
      Ma sopratutto fu grave sventura la perdita di Empoli. Vi avevano mandato, come altrove dicemmo, per commessario Andrea Giugni, uomo conosciuto sempre svisceratissimo della libertà e nella gioventù sua piuttosto audace che animoso, ma di maniera che sogliono essere i giovani poco civili. Sul quale proposito il Nardi, santissimo petto, pone una avvertenza nelle sue storie che importa molto ripetere, onde gl'Italiani la meditino e se ne giovino: "generosità di animo, che abbiamo per esperienza di questa guerra veduto essere molto differente dal valore dell'arte militare, come ancora per l'opposto abbiamo visto molti giovani di vita modesta e civile essere diventati nella guerra valorosi soldati(285)." E al Giugni aggiunsero per capitano o sargente maggiore Piero Orlandini, il quale reputarono infellonito contro i Medici perchè un suo consorto, chiamato del medesimo nome di lui, avendo in tempo di sede vacante scommesso con Giovammaria Benintendi che il cardinale dei Medici non sarebbe papa, quando il Benintendi gli disse che lo avesse a pagare, rispose voler vedere prima s'egli era canonicamente stato fatto; quasi intendesse inferirne che, non essendo legittimo, non poteva esser papa: per le quali parole, preso e collato, gli fu dopo poco ore barbaramente mozza la testa nella corte del bargello; molto più poi che Francesco Ferruccio non rifinava nelle sue lettere ai Dieci di raccomandarlo come uomo assai pratico della guerra e che avrebbe fatto loro onore, chiedendone la promozione come ricompensa alle fatiche sostenute, che intendeva durare in pro della patria(286); ma costui, rotto alle lascivie e solo intento ai grossolani diletti della vita, esercitava le armi come mestiero atto a procacciargli il pane giorno per giorno, parato sempre a servire quello che glielo crescesse e meglio glielo accertasse.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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