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      E nondimeno, senza farne alcuno di noi partecipe, questa mattina hanno pubblicato la composizione e pace con grandi solennità ed altre dimostrazioni di allegrezza senza includere alcuno... Talchè sarà una perpetua memoria alla città nostra e a tutta Italia quanto sia da prestar la fede alle loro collegazioni, promesse e giuramenti." (Lettera ai Dieci, 5 d'agosto 1529.)
      Nella medesima lettera più oltre: "Confesso veramente in questo potermisi imputare avere prestato fede a tante affermazioni di non concludere mai senza collegati, ma parimente e più hanno peccato tutti gli altri oratori, i quali hanno dato ai loro signori molta più certa speranza che non ho dato io alle signorie vostre. E parmi avere ad essere scusato ricordando alle signorie vostre l'ultima asserzione del re, dove si trovò Bartolomeo Cavalcanti, e come anco per una sua avranno inteso, cose che certamente avrebbero ingannato ogni uomo, visto che espressamente e con giuramento disse non essere mai per comporsi con Cesare altrimenti, e piuttosto voler perdere i figliuoli che mancare ai confederati."
      E tutto questo non basta: allora, come sempre, i Francesi trascorsero all'ira e alla minaccia contro quelli che non si volevano lasciare tradire pei comodi loro; imperciocchè l'oratore veneziano avendo detto al gran maestro che alla sua repubblica bastava l'animo difendersi sola, nè per fargli piacere avrebbe lasciato le cose di Puglia, anzi nel presagio di decezione avere già mandato 50 galere ad Otranto per tenerle ferme, quegli rispose: "Guardate che, non avendo voi un nemico, non ne abbiate due.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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