Pagina (912/1163)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il che creduto agevolmente dal re seguitò nelle caccie, ma sopraggiunto dall'oratore dolente di tanta tardanza, gli manifestò la cagione: la quale mostra in contrario da lui, con assicurarlo che in Firenze era da vivere per due mesi, allora fu di nuovo data... la commessione: il quale con la medesima astuzia fermò un'altra volta quel re." E poco dopo: "Come il re intese che egli (il Ferruccio) si metteva in punto con le genti raccolte in Pisa, si pelava la barba temendo che non fosse dalla fazione francese seguitato in Italia." Traveggole di partigiani sono elleno queste; Francesco I sapeva bene e meglio quello che accadeva in giornata a Firenze, e rimane lettera nobilissima del vescovo di Tarbes oratore di Francia a Roma a cotesto re dove lo ragguaglia di ogni cosa. Merita cotesta lettera sia divulgata, ed io lo farò per ora di sunto e traducendo, però che nell'originale sia lunga troppo ed a comprendersi difficile; ha la data dell'aprile 1530; fu estratta da G. Molini dalla Libreria reale di Parigi, e occorre stampata nell'Appendice IX dell'Arch. Stor. Ital., pag. 473. L'oratore racconta come avessero dato ad intendere al papa che gli avrebbero condotto Firenze a chiedergli perdono con la corda al collo, ma che per ciò conseguire ci era bisogno di quattrini e di molti: però che il papa improvvido di partiti, aveva fatto disegno di vendere fino a 26 cappelli cardinalizi per cavarne un 600 mila ducati; dalle quali cose l'oratore, commosso, si era condotto il lunedì santo al papa; a cui chiesta licenza di aprirgli l'animo suo come cristiano, prete, vescovo, epperò suo sottoposto, non già come oratore, ed ottenutala disse, essere stato mirabilmente sbigottito per la impresa di Firenze pensando alla fama di lui papa e al grado eccelso che occupava, e più poi della tenacità nel proseguirla, correndo per le bocche dei soldati il detto, avere loro dato il pontefice carta bianca di fare di ogni erba fascio: considerasse che da ciò non poteva ricavarne altro che spesa, travaglio, fastidi, amaritudini e disgusto; perchè di avere Firenze per fame bisognava deporre il pensiero, ed egli poterlo accertare che ci era vittovaglia fino a novembre, durante questo tempo donde trarrebbe i quattrini?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Firenze Ferruccio Pisa Italia Traveggole Francesco I Firenze Tarbes Francia Roma Molini Libreria Parigi Appendice IX Arch Firenze Firenze Firenze