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      Dall'aria che spira su i colli emanano effluvii vitali, chè di lei si nudriva la libertà infante, e di lei si compiace allorquando, cacciata meno dall'odio dei tiranni che sbigottita dalle turpi frivolezze di coloro che si dicono suoi amici, abbandona i piani per approssimarsi alla sua patria, ch'è il paradiso.
      La luna sorta dall'opposto monte del Crocicchio balza impetuosa di nuvola in nuvola; e ricorda la credenza indiana che immaginò la fuga dell'astro della notte traverso i cieli per sottrarsi alle persecuzioni del serpente che la insegue per divorarla.
      Da cotesto alternare di tenebre e di luce sorgevano spaventosi fantasmi.
      In verità nella magnifica valle io vedeva una tomba scoperchiata dove giacesse l'immane scheletro della Repubblica; posava il suo teschio sopra di un colle, e l'altro ossame si perdeva protendendosi lontano lontano lungo la forra tenebrosa che si sprolunga dalla parte di mezzogiorno.
      E nelle nere masse dei castagni secolari immaginava contemplare gli spettri degl'illustri defunti i quali traessero a lamentarsi sopra la fossa della Repubblica defunta.
      Il vento cacciava zufolando giù pei declivi le foglie di castagno cadute, e gli echi dei monti ripetevano un suono somiglievole al canto dei trapassati.
      Allora spontanea mi si affacciò alla mente la visione del profeta Ezechiel, - la visione delle ossa inarridite(313).
      E gridai con gran voce: "Potrebbero queste ossa rivivere?"
      Te avventuroso, o profeta, a cui promise il Signore di ricoprire coteste ossa di nervi di carne e di pelle, e mandare lo spirito dai quattro venti che soffiasse sopra gli uccisi, e rivivessero!


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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