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      E così favellando erano già scesi verso la valle di San Marcello, - l'opposta a quella che avrebbero dovuto percorrere.
      Se nella rimanente Italia, con vergogna dei padri e danno diuturno di noi, la vendetta si manifestò come passione, in Pistoia fu rabbia. L'animo contristato rifugge dall'udire i fatti trucissimi che desolarono la infelice contrada, nè fu certo carità patria rendere con moderna edizione comuni le Storie pistolesi(322), che per lo innanzi occorrevano di rado. Era vanto tra i Pistoiesi offendere non il colpevole, sibbene il più reputato personaggio della famiglia di lui, il quale spesse volte mansueto in mezzo alla ferocia de' suoi deplorava l'iniquo talento. Non impietosirono i duri petti le preghiere dell'età vetusta, non i gridi delle madri, non i vagiti degl'infanti; invano i sacerdoti dai pergami esclamavano: Pace, - pace! - Segno della bestiale ira erano perfino le cose inanimate; sovente gentildonne d'inclito lignaggio congiunte agli offensori, a piedi nudi, coperte della sola camicia, col pargolo al collo, dovettero fuggire dalla casa in fiamme; e dall'alto delle torri il nipote, anzichè arrendersi nelle mani dello zio, lasciò cadersi capovolto a infrangersi l'ossa sopra la selci; ogni vincolo rotto, ogni senso di carità e di amore affatto spento; il petto più duro del ferro che fasciava i corpi loro. Quando una parte cacciava l'altra, ecco la fazione vincente scindersi anch'essa per la preda sanguinosa, e sorgerne una rete interminabile di omicidii e di rapine.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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