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      Forse non rimaneva rotto l'Orsino; la fortuna gli concedeva ritirarsi incolume in Gavinana, se il malefico ingegno del Bracciolino non si fosse adoperato ai danni della patria; non furono mani straniere, ma per maggiore dolore italiane quelle che consumarono il sacrificio della più nobile repubblica di questa nostra contrada. Noi dobbiamo compiangere la battaglia della Gavinana non pure come sventura, ma altresì come delitto.
      La discordia percorse veloce e continua sopra la faccia della misera Italia, dalle Alpi al mare ionio a guisa di spola nelle mani del tessitore; se pose l'orma su i monti, li compresse; se sopra le pianure, le inaridì; con un flagello di vipere percosse le generazioni e trasfuse nelle vene di loro il veleno e la rabbia. Ora i figli portano il peso delle paterne iniquità; - ma durezza di fato per sospiri non muta, e il cielo arride alle mani animose, - non agli occhi piangenti. Ora i figli stanno in pace tra loro; - imperciocchè come contenderebbero i bovi gravati dal medesimo giogo? In espiazione degli antichi delitti, una volta ogni anno nella festa dell'Ascensione i monti di Gavinana risuonano di canti lugubri: due processioni muovono, una da San Marcello, l'altra da Gavinana, verso la fonte dei Gorghi. Quando s'incontrano, i cantici si rinnuovano più alti, accostano gli stendardi e fanno toccare i crocifissi tra loro; ciò chiamano - il bacio dei Cristi. I discendenti dei truci faziosi s'impalmano mansueti, più voti ricambiano con gli animi pacati; simili alle regine della tragedia inglese(336), ora che giacciono sopra la terra, le ha fatte amiche il pianto.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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