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      Se questi inni e questi gemiti hanno forza di rompere il vostro sonno secolare, ossa degli antichi defunti, oh come affannosamente dovete fremere dentro ai vostri sepolcri! - Venite e vedete; - per colpa vostra gli eredi del vostro sangue altro intelletto ed altra forza non serbano che per piangere e per pregare. - Io per me, quando considero come è tumida la fortuna e corriva agli oltraggi, e quanto all'opposto consigliera di pace la sventura, tremando m'interrogo se per caso la provvidenza commise alla miseria ordire il vincolo di concordia unicamente durevole tra gli uomini. - Ma io l'ho detto, affaticarci con domande a cui non sovviene la risposta è amaritudine di spirito; e tra queste bene spesso ne occorrono di tali che percuotono le orecchie, quasi una squilla che suoni a infortunio, o piuttosto feriscono il cuore dolorose a sentirsi quanto il dardo della vipera.
      Nicolò Bracciolino, che co' suoi mille faziosi procede col Vitelli a modo di lancia franca, esperto del luogo, si stacca dai compagni e per certe vie oblique a lui note celandosi dietro ai tronchi dei castagni che spessissimi crescono in questo lato, in silenzio, co' passi del traditore, si avvicina al fianco della colonna dell'Orsino. Fu agevole cosa trucidare e disperdere i pochi e meno validi soldati che vi stavano a guardia, - scompigliare le bagaglie, mandare sottosopra some e carriaggi, - empire di spavento ogni cosa. Orsino, udendo rumore alle spalle, conobbe il caso e si tenne spacciato; tuttavolta, disposto a morire da valoroso, strinse intorno a sè i suoi, ne fece gomitolo, e così ordinato, non altramente che fosse un corpo solo armato di mille spade, si dispose ad aprirsi la strada camminando sul petto dei nemici.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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