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      Sovvengati, lettore, se mai fosti in riva al mare, di aver veduta una barca per forza dei rematori rompere le onde che incessanti si accumulino contro di lei e, come se avessero senso di rabbia, fremere riottose lungo i fianchi e subito chiudersi ribollenti dietro il timone; così la virtù dei soldati dell'Orsino supera il numero dei nemici, ma il suo drappello procedendo scema, mentre da ogni stilla di sangue avversario sembra che nascano nuovi guerrieri a combatterlo; - male incolse a cui volle inseguirlo troppo dappresso, perchè sovente rivolse la faccia e balestrò la morte nelle file dei cesarei; - venuto al rivo delle Catinelle si fermò di nuovo, e di nuovo quelle umili acque si tinsero di sangue umano; finalmente lacerato dalla testa, su i fianchi, dopo avere fatto quanto e più a forza umana era concesso, ripara in Gavinana; i terrazzani non ebbero tempo per chiudere le porte, - proruppero nel castello amici mescolati ai nemici.
      Per altra parte Fabrizio Maramaldo fuggendo tutto pauroso s'imbatte nella banda della Forra Armata, la quale, e per essere posta in luogo riparato e per non avere ricevuto ordine alcuno, non erasi mossa; la reputando nemica, stava per gittare l'arme e raccomandare per misericordia la vita; se non che, ravvisando l'errore, riassunse presto la superba natura, e levata la voce comandò: si muovesse a salvare i compagni messi in rotta, si affrettasse; avrebbe vinto la impresa, se si fosse comportata col consueto valore.
      Si agitarono i due mila, accelerarono i passi, vogliosi di mescolarsi in battaglia; appena usciti dalla Forra, i cesarei sbandati, vedendo una bandiera levata dove potere riannodarsi, cessarono la fuga ed ingrossarono la banda, in breve sommarono a meglio di quattro mila e tutti uniti s'indirizzarono impetuosi contro la Gavinana.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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