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      E intorno intorno genuflessi i pochi compagni superstiti, comecchè laceri, spicciando sangue dalle aperte piaghe, supplicano per l'anima dell'uomo forte che trapassa: Amico Arsoli percosso da tre punte nel fianco, Bernardo Strozzi sconciamente ferito nello stinco sinistro, Giampagolo Orsino, il prode Masi ed altri che non ricorda la storia.
      La morte con la mano grave chiudeva gli occhi al Ferruccio, ma l'animoso, sforzandosi scoterne il peso, avventava la pupilla coruscante a modo di baleno verso il balcone.
      Colà il vessillo della Repubblica, come se avesse senso d'intelletto, tentava svolgere le sue pieghe, che si ostinavano a rimanersi rigide a guisa di pietra; - il giglio se ne stava chiuso in mezzo di quelle non altrimenti che dentro un sepolcro, - lui pure opprimeva la inerzia della morte.
      Fatto segno alle archibusate ed ai sassi del nemico, - ecco finalmente cade anch'egli percosso per non rilevarsi mai più.
      Allora il Ferruccio non contese più oltre la potenza della morte, lasciò abbassata la palpebra e sospirò con mestissimo accento:
      È caduto! È caduto!
      All'improvviso le porte sfasciate si disfanno, - irrompe il nemico nelle sale del castello.
      Di stanza propagato in istanza, ecco percuote le orecchie del nemico una cantilena di sacre preci, un singhiozzare sommesso; un suono di pianto, siccome avviene nelle case che sta per visitare la morte.
      Entrarono e videro l'agonia del campione della Repubblica, - o piuttosto dell'ultimo fra i grandi Italiani.
      Gli Spagnuoli, - nei quali gli orrori della superstizione non erano giunti a spegnere tutto sentimento di carità e di religione, nè il truce pensiero di Carlo V, che tormentandoli con la gloria e la rapina gli aveva sguinzagliati a mo' di veltri sopra l'Europa, poteva snaturare affatto il gentil sangue che trassero dai cavalieri antichi, a cotesta vista declinarono i ferri, l'ira deposero dai cuori, la iattanza dai labbri, e piegando i ginocchi trassero i rosarii e si unirono a pregare pace per l'anima del forte.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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