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      Oh! possa prima di morire il pentimento ottenergli la pace del paradiso." - Questo pensiero di perdono volse lo spirito dell'Eterno in sollievo del derelitto; ond'egli drizzando gli occhi in alto non vide più le volte della prigione, sibbene la gloria degli angioli, il tripudio delle creature celesti intorno al trono del Rimuneratore, mentre gli apprestavano la palma dei martiri. Il frate si compose sul letto, come il morto sopra la bara, e si rimase con intenti sguardi a contemplare la visione di tanta beatitudine; - l'angiolo della consolazione gli si pose a canto del letto e col ventilare dell'ale bianche temperava l'ardore della fronte febbricitante; - assorte tutte le sue facoltà nel divino cospetto, non sente i dolori mediante i quali il corpo si avvicina alla estinzione; - non lo travagliano strette convulse, i precordi non gli straziano le trafitte della fame, - egli davvero a poco a poco manca, come lampada a cui venga meno l'alimento.
      L'anima, pregustando le celesti dolcezze, non si curava affrettarsi ad abbandonare la sua terrestre dimora; imperciocchè dopo cinque giorni andando per trasportarlo al camposanto non lo trovarono, come credevano, cadavere, ma vivo e col volto pieno d'una quiete stanca, - della soavità dei santi. - "Figli miei, egli favellò con piccola voce ai sorvegnenti, - andate in carità da monsignor Guido e ditegli da parte mia ch'io sono, come vedete, in procinto dell'eterno viaggio, e che io perdono a lui e agli altri il difetto del pane corporale, solo che non mi privi del pane degli angioli, - del santissimo viatico.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Eterno Rimuneratore Guido