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      Anzi, appunto per questo lasciatemi proseguire; - se poi egli non è, io ho cercato mantenermi nella vita tale da accogliere la morte tranquillo come un sonno confortatore.
      La scala è terminata, badate alle gambe
      , grida il Cei che camminava in capo alla comitiva.
      Ah!
      sospirò profondamente il Gherardi.
      Gemete voi?
      lo interrogarono gli altri affannosi; "deh! non vi manchi l'animo al maggiore uopo!"
      Ahimè! Mi duole partirmi da questa terra senza pure contemplare un'altra volta la luce divina...
      Meglio così; - forse più forte ci stringerebbe l'angoscia se vedessimo la cara patria rallegrata dai raggi mattutini del sole...
      Ahimè! ahimè! Carduccio mio, come lasciamo la patria!
      Largo le lasciamo un retaggio di virtù e di sventura; noi pregheremo del continuo l'Eterno che le asciughi le lacrime e la renda alla sua prima bellezza...
      Chi sa quanti secoli si volgeranno invano?
      Consólati, - noi stiamo per andare in parte dove lo spazio non si misura col tempo...
      Non penso a me, ma a' miei figliuoli...
      Riconciliatevi con Dio
      , interruppe il frate, "onorandi messeri; l'ora della vostra morte è arrivata."
      Senti, frate
      , parlò gravemente il Carduccio: "noi non abbiamo mestieri riconciliarci con Dio, perchè non lo abbiamo offeso mai; e quando pure, senza volerlo, lo avessimo offeso, confidiamo non essere di bisogno il tuo ufficio ond'ei ci ascolti; próstrati con noi e adoralo: chi sei tu che ti poni tra il Creatore e la creatura? A che vesti di sacco, se la superbia ti sta fitta nel cuore? Polvere, come noi, umiliati.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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