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      - Ma le proteste di Cosimo III al congresso di Londra e il testamento di Gian Gastone fanno fede della rapina del principe e del diritto imprescrittibile del popolo. Chi più ne vuole, e più ne cerchi; io ho le mie ragioni onde non raccontare per ora storia moderna.
      Però Dio, anche nelle estreme miserie, non ci abbandonò intero; e nel modo stesso che il sole in un giorno d'inverno, quando sta per toccare i lembi estremi dell'Oceano, all'improvviso da qualche apertura manda lontano sopra la terra pallido e non pertanto bene augurato il suo raggio, - pegno di giorno men tristo; - così sul punto della morte della Repubblica e allorchè Carlo V, gonfio il cuore di superbia, teneva i popoli in conto di polvere da calpestarsi dai suoi piedi imperiali, e i principi per iscudieri, - nel mentre ch'ei non reputa capaci a resistergli, non che altri, gli stessi elementi, e appena concede avere un emulo in cielo, - ecco un vecchio venerabile di canizie gli attraversa il cammino, e gli dice:
      Re della terra, tu hai intorno al capo un diadema di potenza e di diamanti; - me, vedi, cinge la corona della morte, - i capelli bianchi. - Re della terra, anche tua signora è la morte: e noi occuperemo lo stesso spazio in grembo alla natura. Perchè hai misfatto alla tua parola? Perchè ci hai tradito? Credi che la voce del popolo non giunga al cielo? Io vo' che tu sappi curvarsi Dio per ascoltare le querele della sua creatura. Mantienci la libertà che ci promettesti; - restituisci la patria che ci assicurasti o almeno rimettici nella nostra terra; - rendici le armi che a patto soltanto e sotto la tua fede deponemmo; - e poi conquistaci da cavaliere e da cristiano, non da traditore e da codardo.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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