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      Perchè vuoi uccidermi? io ti affermo con sacramento che, appena terminata la fossa, io voglio morire; indugia anche un poco; - tanto la fossa dovresti pure fornirla per nascondervi dentro il tuo delitto; - va' dunque e ti affretta; la mia vita sta nelle tue mani, ma tu non devi tormela.
      E con impeto nervoso ricacciò il marraiuolo dentro alla fossa, il quale cominciando a sentirsi agitare dai vani terrori che a quei tempi ingombravano le menti del popolo, tremando forte e senza più levare la faccia da terra, si adopera a terminare lo scavo.
      Pieruccio si pone a sedere su di una pietra; i gomiti appoggia sopra i ginocchi, le guance abbandona ai pugni e contempla Firenze.
      Addio, di repente proruppe, - addio, Fiorenza la bella, - addio, patria; - io non conobbi mia madre, - mio padre mi procreò nell'ora del delitto e si vergognò del suo sangue. - Tu, Fiorenza mia, non ti vergognasti di me - tu mi hai amato come figliuolo, - io come madre; - mie tutte le tue glorie, - non concittadini, ma fratelli miei gl'incliti personaggi che uscirono dal tuo fianco. - Quando ambasciatori, baroni, uomini insomma di alto affare venivano a farti omaggio, io, aggrappato al capitello di una qualche colonna e spenzolato dal cornicione di un palazzo, godeva dello splendore del corteggio e delle cerimonie usate alla Signoria, - e il mio cuore esultava come di onoranza resa alla mia famiglia: - il mio stemma faceva giglio rosso, - il gonfalone di Fiorenza era il mio pennoncello. O Fiorenza! ti versi l'Appennino acque perenni, onde tu goda di eterna fragranza, e dal tuo fiore emanino sempre effluvii di grandezza e di gloria.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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