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      - E voglio anche precedere il tristo armento di quanti voi altri mi seppellite qui intorno, onde, quando giungeremo davanti al giudice piangolosi e supplichevoli, io possa essere in tempo a gridargli: Dio eterno, cacciali via, perchè hanno combattuto contro la libertà della mia patria. - Oh! quanto è gran dolore abbandonare la madre e la sposa, ogni cosa in somma più caramente diletta, e abbandonarla infelice! - un bacio, - un altro bacio, - un altro ancora.
      - E qui si avvoltola per la terra e la bacia e ribacia con delirio smanioso, poi ripiglia: - "Dio creatore, perchè, se la terra doveva essere un luogo di pellegrinaggio, l'hai piena di tanti affetti? O perchè non ci hai fatto il cuore più duro? E se la terra era un luogo di prova, ond'è che ci adunasti tutti gli affanni dell'inferno? Perchè per un solo paradiso ci apparecchiasti due inferni? - Veramente la nostra patria è fuori di questo mondo; - qui non possiamo vivere innocenti nè illesi; - di là il ristoro delle angosce, di là il riposo, di là la riparazione dei torti, il premio e la gloria... Io chiudo le palpebre e muoio. - Nondimeno..., Dio padre..., se prima della fine dei secoli... Fiorenza mia ritorna bella e decorosa, se torna ai suoi leoni il ruggito, se il gonfalone della Repubblica alle sue torri... Dio padre, toccami gli occhi ed aprimeli, - un minuto, - un attimo, - ch'io la riveda... ch'io intenda il grido: viva Fiorenza!... e poi starò per patto un milione di secoli nel purgatorio... Fiorenza..., cuoprimi.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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