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      La bocca del Pieruccio appariva contaminata di spuma, - la sua persona nel furente rotolarsi sul terreno sassoso era rotta in più parti nè dalle aperte ferite usciva sangue, ma poco siero sanguigno che andava rapprendendosi intorno alle margini: povero Pieruccio! sembrava percosso da epilessia; - i suoi ultimi moti erano disperati ed angosciosi come quelli del pesce trafitto dai denti della fiócina; - l'estremo atto convulso lo sorprese sull'orlo della fossa e vi traboccò dentro, tenendo le mani compresse sul cuore con un fiorino stretto tra le dita. Il marraiuolo stette alcun tempo co' capelli ritti, la persona composta a terrore, non osando nè potendo movere passo: - poi vide i fiorini sparsi e si curvò a raccoglierne uno... due... tre e tutti, non senza volgere sospettoso lo sguardo alla fossa per mirare se ne usciva il Pieruccio. Si quietò la paura, e l'avarizia prese a dominare assoluta su quello spirito tristo: allora si risovvenne del fiorino che il Pieruccio aveva tolto per tenersi sul petto, - gli venne l'agonia di possederlo, - non gli bastarono i tanti raccolti, - gli sarebbe parso di non averne pur uno, se non giungeva ad attrappargli anche quello; - però affacciarsi alla fossa non si attentava; - tra il sì e il no vacilla, - mosso appena il passo, a sè lo ritrae frettoloso, - finalmente imprime un'orma in avanti, la seconda seguita spedita, - si affaccia alla fossa. Oh Dio! - Pieruccio ha gli occhi aperti come persona viva, - come morto le pupille intente, - e la sua bocca contratta non si sa bene se rida o se minacci.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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