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      - Finchè il marraiuolo vedrà quel volto, non gli riuscirà toccarlo; - concepisce nuovo consiglio, - impugna la pala e gli getta tre o quattro palate di terra sul capo; - così assicurato, si spenzola dalla fossa e, tese le braccia, s'ingegna ad aprire con forza le mani al Pieruccio e levargli il fiorino. - Sia che avanzo alcuno di vita rimanesse in questo misero, sia, come credo piuttosto, che ciò derivasse da moto spontaneo del corpo, comunque cadavere, il capo di lui si alza con violenza di sotto terra ed empie di fango gli occhi e la faccia del marraiuolo. - La paura lo vinse; - stette lungo tempo semivivo e immemore di sè, sporgente col capo, le braccia e fino al torace dentro la fossa; - mal si distingueva il vivo dal morto. Quando risensò, non potendo ricuperare l'uso delle gambe, carponi a modo bestia allontanavasi: - la cupidigia e l'avarizia sue lo avevano degradato anche sotto la condizione del bruto.
     
      Finalmente Giovanni Bandini stampa un'orma sul terreno della patria con la esultanza del nemico che preme il seno del vinto nemico. - Ahi misero! - Adesso ha côlto il frutto della vendetta, - si accorgerà più tardi di qual gusto egli sappia, - più tardi l'agonia della offesa e il rimorso e la paura; - più tardi il cuore impietrito il volto senza pudore, il sangue tramutato in veleno: - ora il suo pensiero viene assorto dall'ansia di tenere nelle sue mani Maria.
      Povera donna! oh perchè egli non la lascia in pace? Finchè l'anima di lui si mantenne innocente, fu il suo amore tutto lieto, tutto bello, come il fiore tocco dall'alito fecondo di primavera, e le sue immagini di vita serena, con la sua donna al fianco sempre amata, sempre amante, e con una corona di figli, decoro dei tardi anni; - quando poi gli s'incupì l'intelletto, - allora l'arse una fiamma d'inferno, - la passione gli stette nel seno quasi aspide nel nido, - desiderò Maria con più intenso furore, ma non per renderla felice, sibbene per tormentarla; - scopo principale della sua vita era stato sempre Maria; una volta lo agitava l'amore, adesso l'odio, e questo più forte ancora di quello, perchè aveva aggiunto al proprio fuoco le sue fiamme.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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