Pagina (1088/1163)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Spento Alessandro, il Bandino, punto cangiato dagli anni, praticò gli stessi modi con Cosimo. Questi, al primo sarcasmo profferito in onta di lui e della duchessa Leonora sua moglie, fece bocca da ridere, e nel cuore segnò la sua morte; e non tanto pel motto acerbo, quanto per tórsi dattorno tutti coloro ai quali pareva dovere andare debitore del suo innalzamento, attese un pretesto che togliesse a un punto la reputazione al Bandino, e a sè con la vendetta procacciasse fama di pio; - cupissimo ipocrita fu in tutte cose costui; - ad un tratto lo accusò di tale delitto del quale i modesti non assumono difesa per reverenza al pudore. Prima di farlo infelice, lo rese infame; - quando il principe accusa, i testimoni non mancano, e caso mai essi manchino, i giudici per condannare si trovano sempre, - nè forse il Bandino era del fallo imputatogli del tutto innocente, a simile turpitudine condotto dal disprezzo di questa nostra umana natura. Preso e condannato a perpetuo confino nella fortezza di Volterra, donde dopo molti anni venne trasferito nella fortezza di San Giovanni Battista, quivi morì nel 13 agosto 1568. Di qual morte finisse è ignoto; questo solo sappiamo con sicurezza, che quelle mura furono segrete, profonde e terribili come il petto di Cosimo I, che i Medici con le proprie mani dettero opera a fabbricare veleni, - che Cosimo fu ammiratore ed amico di Filippo II austriaco re di Spagna, chiamato meritamente il demonio del mezzogiorno, e finalmente che ambedue questi principi, non che fossero inesorabili ai nemici, i propri figliuoli di ferro o di veleno spegnevano!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Alessandro Bandino Cosimo Leonora Bandino Bandino Volterra San Giovanni Battista Cosimo I Medici Cosimo Filippo II Spagna