Pagina (1089/1163)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
     
      Ora udite la fine di Bono Boni dottore di legge.
      E perchè rammenterò io la morte di così ignobile uomo con larghezza maggiore di quella che adoperava fin qui ricordando l'ultimo fato di tanti personaggi più virtuosi o più magnanimamente scellerati di lui? Perchè io conosco, anche ai dì nostri, uomini simili affatto al nostro Bono Boni: e forse il fine miserevole dell'antico Bono potrebbe ispirare salutevole spavento ai Boni moderni, - e dico spavento, avvegnachè, se mai avviene anima alcuna di costoro andare in luogo di salute, ella vi perviene di certo per paura dell'inferno, non mica per amore del paradiso.
      Messer Bono ebbe donna, e la tolse non già aspettandone domestica dolcezza o per posare le agitazioni della vita nella quiete degli affetti matrimoniali, o per forme venuste, o per care doti dell'animo; tutte queste ell'erano baie per lui. Egli badò se avesse parenti e quanti; - se avanzati negli anni assai; - se di retaggio provveduti e di eredi; - e quando la mente, fatti i calcoli coll'abbaco del suo cuore, trovò il conto tornargli, - allora chiese santificare, diceva egli, il vincolo col sacramento. Nelle nozze egli ebbe in mente soltanto la eredità; - le nozze egli considerò quasi prolegomeni del testamento; e pensando poi che se la moglie veniva a morte senza figli, non pure non avrebbe eredate dal socero, dai cognati e dall'altra caterva dei parenti suoi, ma gli sarebbe toccato restituire per legge di statuto metà della dote... la prima volta diventò padre per calcolo, - la seconda per briachezza - e la terza per distrazione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Bono Boni Bono Boni Bono Boni Bono