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      Pochi giorni dopo egli era tratto al supplizio; - andò nè superbo - nè dimesso, - ma stupido, - affatto chiuso nella sua bestialità. - Brevi momenti innanzi di morire un raggio d'intelligenza, - l'unico che in tutta la vita gli scintillasse al pensiero, gli si diffuse su l'anima, e favellò:
      Non so quale delle due infamie sia per me la maggiore, - o quando venni nel mondo per mezzo di messere Bono Boni mio genitore, - o adesso che n'esco fuori per le tue cure amorevoli, compare Taddeo.
      E toccò in atto di carezza le gobbe spalle al carnefice Taddeo.
      La meretrice, dopo che fu giustiziato, venne presa da veemente scrupolo e, per mettere in quiete la coscienza, fece celebrare una messa per l'anima del defunto alla Santissima Vergine dell'Annunziata.
      Se allora fosse costumata la reale e imperiale istituzione del giuoco del lotto, onore e lume della presente civiltà toscana ed anche romana, fors'ella ne avrebbe ricavato i numeri.
      E forse vinto.
      E forse diventata maggiordoma maggiore, - e allora avrebbe imbandito mense, convitato a festini; - i poeti l'avrebbero cantata con una procella di sonetti con la coda o senza; - crescendo poi gli anni, l'avresti veduta convertita in donna di pietà insigne, - direttrice di qualche asilo d'infanzia, o priora dell'arciconfraternita del Sacro Cuore; alla fine, - poichè tutte le cose hanno la fine, - defunta co' conforti di sette confessori, uno meglio dell'altro - e santi uomini tutti, - e munita in copia delle provvisioni spirituali necessarie pel viaggio della eternità.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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