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      Oh quanto tarda questo giorno!
      Seduto sopra il colle, come i bardi di sant'Ulfrido(375), vedrò la battaglia, - l'ultima che combatteranno gli uomini tra loro, e celebrerò la vittoria, - la sola forse che il poeta potrà cantare senza calarsi la ghirlanda sul volto per nascondere il rossore.
      Certo allora il mio sangue mi scorrerà languido nelle vene, ma un raggio di quel sole lo renderà più vivido che mai fosse nei tempi della giovanezza, - le sfere si curveranno al mio orecchio, e l'armonia dei cieli mi sarà rivelata, - lo spirito dei profeti scenderà sul mio capo, - gli avelli stessi degli antichi defunti manderanno un suono per rispondere al cantico nuovo, - all'inno della resurrezione e delle glorie di Dio.
      E quando il cantico sarà cessato, - l'ultimo tocco delle corde e l'ultimo palpito del mio cuore spireranno insieme, - la mia anima volerà sopra l'estrema vibrazione armoniosa al principio di tutta armonia.
      O figli miei, - io ho molto patito per voi; io merito un premio.
      Non vi chiedo lacrime, - perchè non dovete più piangere.
      Non vi chiedo sepolcro di marmo; - egli occuperebbe alcuni passi di terreno che voi adopererete meglio seminandolo di frumento; - e poi a me piace la tomba dove ogni anno la primavera rinnuova la verdura, - e fino d'ora parmi che non morrò intero se sopra il mio capo farà germogliare la natura erbe odorose e bei fiori.
      E nè anche io vi chiedo la fama; - perchè v'ingombrereste lo intelletto con la ricordanza delle cose che furono? Gittate la storia nell'inferno, come il dragone dell'Apolicasse, e suggellatelo con sette sigilli sopra di lui(376). Che cosa mai presumereste impararvi?


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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