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      (246) Varchi, Stor. Vedi la nota in fine del capitolo.
      (247) Uno di questi, Giovambattista Niccolini, fiore di cuore e d'ingegno veracemente italiani, in ogni fortuna leale amico mio: gli altri cessarono essermi amici; se poi abbiano continuato ad amare la patria a me non istà giudicare: questo diranno i nostri figliuoli cessate che sieno le passioni le quali adesso contaminano gl'intelletti.
      (248) Ahimè! adesso ne anche questo rimane più. Cercina, la casa di Dante da Castiglione, e stata venduta all'incanto per espropriazione forzata a istanza dei creditori. Durano tuttavia in fiore le famiglie di quelli che tradirono la patria o non la sovvennero...
     
      O sommo Giove
      Che fosti in terra per noi crocifisso,
      Son gli giusti occhi tuoi rivolti altrove?
      (249) L'ultima lettera che scrisse ai Dieci il Ferruccio il 1 agosto 1530 da Pescia, col poscritto in data del 2 da Calamec, si crede che sia nella Biblioteca di lord Ashburnham, a cui l'avrebbe venduta Guglielmo Libri.
      (250) Venti anni dopo che fu dettato il libro, io lo rivedo, confitto su questo scoglio di Corsica dalla legge dura dello esilio: nè dello esilio m'incresce, bensì della perduta libertà della patria, e, più ancora della libertà perduta, della mansuetudine pecorina affatto con la quale il patrizio volgo e il plebeo sopporta questa perdita in pace.
      (251) Segni, Stor. lib. IV.
      (252) L'altro sorrida e misticoPer man lo piglia e dice
      Fa cuor, - sei giunto al termineDel tramite infelice.
      E gli orna il crin d'un candidoFior vago in sullo stelo:


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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